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L’Italia ai tempi del Coronavirus

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DIARIO DI BORDO DI UNA MILANESE ACQUISITA

Abbiamo visto il nascere di un nuovo virus. Lontani, tranquillamente seduti sui nostri divani, bevendo una birra e mangiando pop corn.
Si, perché la Cina è distante e chissà se mai questo nuovo virus arriverà fin da noi.

Abbiamo osservato il diffondersi di questo virus, ignorando la sua facilità di trasmissione e parlandone casualmente con i nostri amici al bar, facendo un aperitivo o organizzando una cena fuori.
Si, perché se la Cina chiude una provincia con un numero di abitanti pari quasi a quelli dell’Italia non c’è da preoccuparsi.

Abbiamo iniziato a capire che questo virus si era già diffuso quando ormai era troppo tardi. Era arrivato a casa nostra senza chiedere permesso e senza farsi notare.
Si, ma tanto non può succedere a noi. Giusto?

Così abbiamo continuato a uscire, a lavorare, a vivere come se tutto fosse normale.
Si, perché abbiamo lottato per la nostra libertà, quindi che nessuno si azzardi a toccarla, grazie.

E poi abbiamo capito. Capito che forse, e sottolineo forse, qualcosa di grave stava succedendo.

Hanno chiuso i locali dopo le 18.
E noi geni del male ci siamo ribellati.
Si, perché possono toglierci tutto, ma non l’aperitivo.

Hanno chiuso palestre, negozi, ristoranti.
E noi geni del male abbiamo fatto una rivoluzione.
Si, perché se Milano non si ferma non è concepibile che dopo il lavoro non si possa uscire.

Hanno chiuso delle zone, definendole rosse.
E noi geni del male abbiamo deciso che ci avremmo provato a scappare.
Si, perché questo virus non deve capitare proprio a noi. E gli altri? Beh, pazienza!

E per un po’ le autorità ci hanno provato.
In una situazione incerta, hanno tentato di trovare il giusto equilibrio tra libertà personale, democrazia e prevenzione.
Si, perché chiudere tutto e tutti sembrava impossibile.

E poi è successo.
La notizia è diventata ufficiale: questo dannato virus non solo ha raggiunto l’Italia, ma ne ha anche preso possesso. Altro che non può capitare a noi.
È capitato proprio a noi.
Ha bussato alle nostre porte e noi ignari gli abbiamo aperto.
E ora è qui.

Forse stiamo capendo che ci chiedono di stare in casa per un motivo.
Forse ci stiamo rendendo conto che non mettiamo in pericolo solo noi stessi.
Forse questa è l’occasione per dimostrare che oltre alla pizza, alla pasta e alla mafia in Italia c’è anche un popolo coeso, consapevole, responsabile, pronto a supportarsi a vicenda.
Forse.
Perché poi leggo che a Napoli una persona ha sputato addosso a due sanitari mentre era in fila per fare il tampone e un po’ di carogna mi viene. E penso che forse quella persona non si rende conto dei sacrifici che stanno facendo tutti quelli che lavorano nella sanità.
Non so in altre parti d’Italia, ma qui a Milano gli ospedali sono pieni, medici e infermieri lavorano non stop con turni pazzeschi. Io ci sono stata, sono dovuta andare in pronto soccorso e ringrazio la professionalità e il lavoro di tutto il personale del Policlinico. E sinceramente spero che possano continuare a fare il loro lavoro.
Loro sono i nostri veri eroi e dobbiamo fare qualunque cosa per aiutarli e tutelarli.

Quando questo virus sarà passato, sicuramente guarderemo a questo periodo con occhi diversi.
Potremo chiederci che cosa abbiamo fatto e che che cosa avremmo potuto fare di diverso.
Ma questo virus è destinato a restare. Almeno per un po’.
E fino a quando non sarà passato quello che mi chiedo è che cosa posso fare per vivere al meglio questa situazione?
Che cosa posso fare per me, magari che ho rimandato da un sacco di tempo?
E, soprattutto, come posso aiutare gli altri, stando seduta comodamente a casa?

Ieri ho iniziato aiutando gli altri: ho fatto una donazione al Policlinico di Milano, un piccolo grazie per quello che stanno facendo per noi.
Oggi ho deciso di dedicarmi del tempo e di fare una cosa che non succedeva da un anno: ho ricominciato a scrivere, partendo dalle 10 cose che si possono fare ai tempi del #Coronavirus.
E domani? Domani inizierò un cammino virtuale.
Si, perché #IoRestoACasa, ma nessuno mi vieta di viaggiare con la fantasia.

#StayTuned 🙂

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